MESOLA – Nel mese di ottobre, Enel ha ufficializzato l’annullamento del progetto di conversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle, che tanto in questi hanno ha fatto discutere, dividendo i favorevoli dai contrari, ed ha innescato anche alcuni procedimenti giudiziari per i disastro ambientale.
A pochi giorni dalla scadenza della presentazione della nuova documentazione, fissata per lo scorso 19 ottobre, per ottenere il parere ministeriale dalla commissione Via (Valutazione Impatto Ambientale), il colosso energetico infatti ha comunicato, in un incontro a Venezia, la propria decisione di non investire più sul sito bassopolesano.
In ballo c’erano investimenti per 2,5 miliardi di euro, migliaia di posti di lavoro ed il rilancio economico di quest’area ed inevitabilmente la decisione ha provocato importanti e varie reazioni a cominciare da quelle di delusione del presidente del Veneto Luca Zaia e del sindaco del paese rodigino, Claudio Bellan
Invece negli uffici di Piazza della Vittoria, sede del municipio di Mesola, la notizia ha destato considerevole soddisfazione ed un notevole sollievo.
“Se guardiamo anche l’aspetto economico – afferma l’assessore all’ambiente Lara Fabbri – c’è una duplice valenza e cioè, oltre a quella ambientale, anche quella degli investimenti e dei posti di lavoro in ricaduta su quella zona ma ricordiamoci che ci troviamo in un territorio a vocazione agricola e turistica ed una centrale a carbone sarebbe inquinante. D’altronde, come Amministrazione, abbiamo da sempre contrastato l’esistenza di questo impianto. Il turismo mal si sposa con una centrale; siamo in un Parco che sta unendo le sue due parti, emiliana e veneta, per cercare di ottenere dei finanziamenti e ciò stonerebbe con un mega-impianto; capisco il problema occupazionale ma l’ambiente e la salute vengono prima di tutto, viviamo in un territorio ricco di opportunità e quella centrale va ripensata in altri modi”. A regime, Polesine Camerini impiegava circa 800 lavoratori, indotto compreso, ridottisi dal 2009 a 110 che effettuano l’ordinaria manutenzione.
Lorenzo Gatti