MASSENZATICA – Nato nel 1896, proprietario di 380 ettari di terreno agricolo coltivati fra Massenzatica e Monticelli, dominio collettivo disciplinato, come altre realtà italiane di questo tipo, dalla Legge numero 168 del 20 novembre 2017, una ventina di ettari coltivati con orticole pregiate e circa 100.000 giornate lavorative assegnate, comprensive dell’indotto. Questi sono i numeri del CUM (Consorzio Uomini di Massenzatica), presieduto da Carlo Ragazzi, che, come proprietà agraria collettiva, persegue come primo obiettivo il bene della comunità, come ad esempio, la creazione di giornate lavorative per gli abitanti della zona. Nel proprio statuto, il CUM stabilisce che la terra possa essere coltivata solo dai residenti di Massenzatica e Monticelli oppure, previo un patto siglato con la comunità, anche da terzi come la “Vivai Fratelli Zanzi”, storica azienda florovivaistica della provincia, uno dei “colossi” dell’agricoltura ferrarese che, appunto nell’ottica del beneficio della comunità, assume manodopera locale.
Ma il CUM non è solo questo, è anche un ente impegnata in vari progetti alcuni dei quali sono in corso ed altri sono in cantiere per il futuro anche grazie alla tessitura di rapporti con altre realtà, anche europee. Ce li illustra il presidente. “Abbiamo avviato la realizzazione del Bosco dei Patriarchi e del Frutteto dei Patriarchi – racconta Ragazzi – che, nello scorso dicembre, sono stati anche oggetto di un servizio della trasmissione di Rai 3″Geo e Geo”. Il primo vede la messa a dimora di circa mezzo ettaro, ma diventerà uno, di figli o gemelli degli alberi monumentali più significativi d’Italia sopravvissuti fino ad oggi ma che rischiano l’estinzione come farnia, faggio, leccio ed ulivo e qui ha trovato spazio anche un figlio del grande gelso monumentale di Monticelli. Il secondo, realizzato nelle immediate vicinanze dell’Asilo di Monticelli su circa 2.500 metri quadri, vedrà la piantumazione di oltre cento piante da frutto figlie o gemelle di varietà in via di estinzione, quali melo, pero, melograno, fichi e prugne, ed in questo frutteto, strutturato come “aula didattica all’aperto”, gli studenti svolgeranno attività didattica e ricreativa. Entrambi questi progetti hanno il doppio scopo di testimoniare la biodiversità delle antiche piante italiane e di conservare, anche per poterlo studiare, questo patrimonio genetico resistente al cambiamento climatico”.
Ma il CUM è impegnato anche in collaborazioni europee.
“Gli architetti paesaggisti francesi Corentin Bretin e Mathilde Menguy, formatisi presso la “National School Supérieure De Paysage” di Parigi, – racconta Ragazzi – hanno visitato dal 16 al 20 gennaio scorso tutte le proprietà consortili che includono il bosco ed il frutteto dei Patriarchi, per trasmettere la complessità e la fragilità del nostro territorio, ma anche l’area integrale del Boscone della Mesola accompagnati dai Carabinieri Forestali, le Dune di Massenzatica, le sommità arginali del Po di Goro, il Consorzio di Bonifica e gli impianti di sollevamento delle acque e le canalizzazioni varie, le Oasi di Canneviè e l’Abbazia di Pomposa. Si sono tenute anche alcune lezioni con l’ausilio di PC e videoproiettore presso la sala consigliare del Consorzio Uomini di Massenzatica (CUM) al fine di far comprendere la complessità del nostro territorio e l’unicità della nostra esperienza nel panorama italiano. Gli architetti francesi sono approdati al CUM per il suo progetto agricolo e sociale, citato come riferimento dal “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa”. Questa esperienza pone il paesaggio come patrimonio comune di un gruppo di abitanti e gli architetti hanno scoperto un modo originale di lavorare per promuovere il valore reciproco tra un territorio e i suoi abitanti. L’obiettivo è quello di condividere queste esperienze con gli altri architetti paesaggisti francesi e con chiunque sia interessato al paesaggio come bene comune da valorizzare ed è loro volontà, terminato questo viaggio che ha compreso anche altre realtà europee simili, organizzare presso la loro università un ciclo di seminari internazionali per la diffusione delle buone pratiche e degli esempi del CUM. La nostra realtà è stata apprezzata concretamente e rappresenta un valore aggiunto al dibattito internazionale sui temi che oggi stanno impattando sul mondo rurale”.
Ma il CUM è approdato anche in Svizzera. “Proprio recentemente – aggiunge Ragazzi – ho partecipato, in qualità di Presidente della Federazione Nazionale dei domini collettivi “Paolo Grossi e Pietro Nervi” intitolata ai due grandi giuristi italiani, dal 10 al 12 febbraio scorsi all’Università di Berna, alla 2a Conferenza della Rete svizzera per il diritto e le società intitolata “Diritto e/o nell’antropocene” (coniato nel 2000 dal chimico e premio Nobel olandese Paul Crutzen indica l’attuale epoca geologica in cui gli esseri umani hanno un impatto enorme su tutto l’ecosistema terrestre, ndr). Insieme a Maguelonne Dejeant-Pons, giurista esperta di diritto internazionale ed ex capo della Divisione del paesaggio e della pianificazione territoriale del Consiglio d’Europa, ho tenuto una conferenza in cui ho illustrato, sia sotto il profilo agrario sia economico, “Il caso del Consorzio Uomini di Massenzatica” in un convegno che vedeva relatori da vari paesi del mondo”.
Ed infine il CUM arriverà, anche attraverso un futuro intervento dello stesso Ragazzi, pure nelle aule dell’Università di Trento in quanto materia del nuovo corso di “Antropologia culturale dei domini collettivi e dei territori di vita” presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento, tenuto dalla docente Marta Villa del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’ateneo trentino. (Foto: Carlo Ragazzi ed alla sua destra Maguelonne Dejeant-Pons)
Lorenzo Gatti