MESOLA – Un libro su uno storico vino ferrarese, il Fortana, che si intreccia con la storia della provincia estense e ne indaga anche i contenuti sociali ed economici. Vuole essere questo il volume della sommelier Gabriella Rossi dell’AIS (Associazione Nazionale Sommelier) Emilia, che ne ha curato la pubblicazione, recentemente presentato presso la sala convegni del castello estense di Mesola. Presenti anche gli assessori comunali Elisa Bellini e Lara Fabbri. Insieme alla Rossi, alla presentazione della pubblicazione intitolata “Dell’acqua e del vino Fortana nel territorio ferrarese”, Daniela Mangolini, che cura un’indagine genealogica sulla famiglia Mangolini nel territorio, e Renzo Pedriali del Gruppo Micologico Copparese. La Mangolini, ha parlato delle 126 famiglie nella provincia ferrarese che portano questo cognome nato, presumibilmente, nel borgo Gigliola da cui si è sviluppato Bosco, e sulle quali un gruppo di persone sta svolgendo un lavoro da “detective storici del nostro passato che si lega alla tradizione del vino e dell’agricoltura”. Un lavoro di ricerca partito dalle famiglie mesolane, che ha già prodotto alcuni cartelloni con gli alberi genealogici, non iconografici ma grafici, e basato sui ricordi degli anziani; dei 20 rami di Mangolini, ne sono stati ricostruiti interamente 6 mentre altri 5 sono quasi terminati anche con la collaborazione dell’architetto Davide Mangolini. La definizione “detective storici” è stata apprezzata e condivisa da Gabriella Rossi, il cui libro non è in vendita ed i proventi saranno destinati all’associazione “Giulia” per la ricerca sulle malattie infantili, che ha spiegato come il volume sia nato da un suo grande amore per la provincia estense e come il Fortana sia il vino dei ferraresi. La sommelier ha ringraziato anche alcuni coltivatori presenti, come Ruggero Pozzati ed Odinea Piva, presso le cui vigne ha raccolto dati per la sua opera. Nell’appendice finale, dedicata a Pomposa, è presente il racconto del miracolo della trasformazione dell’acqua in vino da parte di S. Guido perchè “la nostra storia di ferraresi – ha precisato la Rossi – è legata all’acqua. Purtroppo non conosciamo e non sperimentiamo il Fortana, vitigno a piede franco è cioè non innestato, la cui superficie coltivata negli anni si è dimezzata”. Infine Pedriali ha ripercorso la storia del Gruppo Micologico Ferrarese, che ha censito ben 1500 tipi di funghi, “belli, strani e rari, perle del nostro litorale” presenti sul territorio e ha lanciato un messaggio di rispetto per l’ambiente e di raccolta delle specie micologiche solo se conosciute. Al termine degustazione di Fortana ed assaggio di un misto di ben 30 varietà di funghi diverse.
Lorenzo Gatti