MESOLA – E’ possibile cacciare nei circa 40 ettari presenti nella fascia ad ovest del Boschetto di S. Giustina? La risposta, non ancora chiara, sta facendo discutere l’Enalcaccia e gli amministratori locali. Questo contenzioso, abbastanza intricato, sarà portato in un prossimo consiglio comunale per mezzo di un’interrogazione del consigliere di minoranza Primo Marchetti (Creare Futuro). Proviamo a sbrogliare la matassa che è aggrovigliata da 14 anni. Premessa: con la delibera n. 1626 del 31/07/01, la Regione aveva approvato la stazione Volano-Mesola-Goro e aveva tabellato circa 600 ettari, tra cui quelli in oggetto, classificadoli in zona P.2.2.-P.d.F. (preparco) permettendo così la caccia anche su quella striscia di territorio che, però, in base ad un’altra interpretazione della cartografia, che la considera zona C e quindi protetta, ha impedito alle doppiette di entrarvi. Poi è Marchetti a spiegarlo:”Nel 2014 – spiega il consigliere – un gruppo di cacciatori ha sollevato la questione e comunicato al Parco che quell’area, preparco appunto e non zona C cioè di protezione ambientale come la considerava invece la Provincia in base ad un’altra cartografia, poteva essere aperta alla caccia. Anche un legale, consultato da un socio dell’Enalcaccia nel gennaio dello scorso anno, sostiene che “la cartografia ufficiale depositata in Regione qualifica la fascia di terreno della quale si discute come zona pre-parco”, quindi accessibile alle doppiette. Investito della questione, il Parco, nell’agosto 2014, ha proposto che, in attesa di definitiva risoluzione della controverse attribuzioni di zonizzazione la stessa area, per la stagione venatoria passata, fosse da considerarsi non utilizzabile ed ha annunciato, per l’inizio del 2015, la convocazione di un apposito tavolo di settore per la disamina del caso. Tra l’altro, nel luglio 2014, dopo essere stato interpellata dal Parco, la Regione ha confermato la delibera n.1626 sulla istituzione della stazione Volano-Mesola-Goro con quella zonizzazione”.
“Esasperati dalle lungaggini burocratiche – aggiunge Marchetti – nel gennaio di quest’anno, alla luce dei riscontri favorevoli ottenuti alla loro tesi, i cacciatori hanno annunciato che avrebbero, nel rispetto delle leggi e con iniziativa personale, tabellato loro l’area per il riconoscimento della stessa come preparco. Alla fine dello stesso mese però il Parco ha inviato i cacciatori a non assumere iniziative personali. Ora, dopo 14 anni, i cacciatori sollecitano gli enti preposti a restituire velocemente un diritto di legge negato loro. ”
“L’assessore comunale Uccellatori (che comunque è gerente all’Agricoltura e non alla Caccia, ndr) – chiude Marchetti- essendo stato eletto coi voti dei cacciatori, ma non volendosi tirare contro gli agricoltori, non prende posizione sulla vicenda che, a questo punto, visto che Regione, Provincia e Parco non hanno escluso che si possa cacciare, diventa puramente politica e mi chiedo perchè questa Amministrazione non si assuma la responsabilità di autorizzare la caccia tenendo conto del debito politico che ha verso i cacciatori”.
Chiara la posizione del primo cittadino:”Abbiamo due cartografie che dicono due cose diverse, – spiega Gianni Padovani- ho già parlato con l’Enalcaccia e con il presidente del Parco e stiamo lavorando: a mio parere, osservando un’ulteriore fascia di rispetto dato che siamo sempre dentro un parco, e con le dovute limitazioni e specifiche, i cacciatori potrebbero entrare in quella zona”.
Lorenzo Gatti