MESOLA – “Il buon senso detterebbe che la precedente giunta e quella attuale si cospargessero il capo di cenere e chiedessero scusa al CUM (Consorzio Uomini Massenzatica, ndr), al suo presidente Carlo Ragazzi, al tecnico Mario Dovier Beltrami ed alle ditte esecutrici dei lavori per aver causato loro un notevole danno di immagine ed economico”. Va dritto al punto il consigliere di minoranza Primo Marchetti, che insieme al consigliere Luciano Tancini ha indirizzato un’interpellanza al sindaco Padovani, riguardo la recentissima assoluzione, per insussistenza del fatto, che ha scagionato i soggetti sopra elencati, oltre a due ditte locali, dal reato di abuso edilizio nel procedimento innescato da una denuncia del Comune di Mesola. A fine 2010 infatti, l’Amministrazione castellana aveva denunciato per abuso edilizio Ragazzi, come legale rappresentante del CUM, Beltrami e due ditte per lavori di ordinaria manutenzione e sistemazione agraria effettuati dal Consorzio su terreni dello stesso prospicenti la strada provinciale Gran Linea. Due i reati, nell’ambito appunto dell’abuso edilizio, che l’Amministrazione Comunale aveva ipotizzato alla Procura della Repubblica: assenza di autorizzazione, da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo, necessaria in quanto zona gravata da usi civici e modifica dell’andamento piano altimetrico del sistema dunoso rilevabile sul piano di campagna. Per il giudice il fatto non è stato riscontrato, pertanto lo scorso 8 ottobre tutti sono stati assolti. “L’umiltà – rincara Marchetti – imporrebbe all’ex sindaco Lorenzo Marchesini, vero artefice di questa azione, di spiegare all’opinione pubblica quali costi economici dovrà affrontare ora l’attuale l’Amministrazione Comunale per fronteggiare l’eventuale richiesta danni da parte dei soggetti assolti e di chiedere un miliardo di scuse al CUM, al suo presidente, al geometra Beltrami ed alle ditte”. “Basti pensare che per anni molte famiglie del CUM non hanno potuto coltivare i loro campi – prosegue Marchetti – vincolati dal procedimento legale e riconsegnati nell’agosto 2012 registrando un danno economico di notevole entità ed aggravando la già precaria situazione in cui versa l’agricoltura. In più sono stati danneggiati moralmente ed economicamente il presidente Ragazzi ed il professionista, costretti a sostenere consistenti spese legali”. La chiusura di Marchetti è una richiesta rivolta al sindaco Gianni Padovani: “L’attuale sindaco, che era assessore nella precedente legislatura, mantiene un totale silenzio sull’accaduto anzichè informare in primis il consiglio comunale e la cittadinanza realtivamente agli argomentio con cui intende affrontare il problema”.
“Abbiamo incontrato i vertici del CUM, – risponde il primo cittadino – stiamo approfondendo la sentenza del tribunale che detiene un aspetto penale e stiamo lavorando per dare una risposta anche a questa interpellanza”.
Lorenzo Gatti